Ri-progettare la città: il City (Re)making secondo Studio SHIFT
Il processo di sviluppo urbano richiede una visione olistica per la creazione di città resilienti, inclusive e sostenibili. È il concetto che Elena Enrica Giunta, Designer, Project Manager e socia fondatrice di Studio SHIFT, esplora nel suo recente articolo “Ri-progettare la città: City (Re)making“, pubblicato sulla rivista Pedagogika.
Prosegue anche in un altro position paper, sul tema dei Regenerative Neighbourhoods, scritto per la rete Drivig Urban Transition che sarà a breve pubblicato come contributo nell’ambito della DUT Conference 2024. L’evento internazionale, dal titolo “Driving Urban Transitions through Joint Action”, si propone di esplorare il tema della rigenerazione urbana e di fornire una piattaforma per condividere esperienze, idee e best practice nel campo della progettazione urbana sostenibile, coinvolgendo comunità, ricercatori, urbanisti, attivisti ambientali e imprenditori nella condivisione di prospettive e soluzioni innovative per affrontare le sfide urbane del XXI secolo.
Nei due articoli Elena Giunta sottolinea l’importanza cruciale del coinvolgimento delle comunità locali nel processo di riqualificazione urbana attraverso l’approccio inclusivo del CoDesign. Secondo la sua prospettiva, infatti, il city-making è funzionale quando coinvolge non soltanto amministratori ed esperti, ma anche i cittadini comuni, ossia coloro che abitano e vivono in prima persona quegli spazi e che sono portatori di una pluralità di esigenze.
Questo approccio partecipativo è cruciale perché favorisce la coesione sociale e al contempo crea spazi pubblici vitali e significativi, capaci di diventare luoghi di incontro e di scambio culturale.
Con il suo lavoro, Elena Giunta esplora anche nuovi approcci emergenti sul piano internazionale, come l’urbanismo tattico e il placemaking (Granata), senza dimenticare l’handmade urbanisme (De Rosa), che mirano alla rapida trasformazione degli ambienti urbani attraverso interventi innovativi e partecipativi.
Infine, enfatizza l’importanza dell’inclusività e dell’uguaglianza nelle città del futuro, illustrando con esempi pratici come la rigenerazione urbana possa diventare una leva strategica di promozione del benessere individuale e collettivo.
A questo proposito, due case-study implementati da Studio SHIFT risultano particolarmente utili per comprendere appieno l’attuazione di questi concetti in contesti reali e dimostrarne la validità in modo empirico: i progetti “Family 2.0” e “Stargate nelle Alpi”.
Il progetto Family 2.0
Il progetto “Family 2.0”, rappresenta una rivisitazione dei giochi di strada tradizionali finalizzata a creare una città a misura di bambino, attraverso la realizzazione di parchi giochi temporanei e spazi pubblici accoglienti. Si tratta di un’interpretazione locale dei recenti approcci di urbanismo tattico che stanno guadagnando terreno nelle principali città europee e italiane.
Il pubblico di riferimento del progetto? I bambini da 0 a 10 anni, insieme alle loro famiglie, che vivono o frequentano la città di Sondrio (21.000 abitanti).
Alla base dell’iniziativa c’è la volontà di trovare nuove soluzioni alla povertà educativa, migliorando la qualità complessiva degli spazi pubblici urbani. Per realizzare questo obiettivo, è stato sviluppato un set di personaggi che rappresentano “La Family” e con cui i bambini possono giocare. Questi personaggi sono stati declinati in una serie di manufatti, tra cui tre libretti visivi disponibili nei negozi della città, tre installazioni grafiche a scala stradale e un family hub presso la sede di Forme Impresa Sociale.
Nel progettare le grafiche urbane, Studio SHIFT ha reinterpretato i giochi di strada per renderli più inclusivi e divertenti, adattandoli all’estetica e all’uso contemporanei, consentendo ai bambini di esplorare e giocare sia individualmente che in gruppo, aumentare la propria familiarità con gli spazi della città e attribuire loro un significato personale.
Il progetto Stargate nelle Alpi
Il progetto “STARGATE nelle Alpi”, sempre in collaborazione con Forme Impresa Sociale, insieme a Cooperativa Cramars, La Capagrossa, Associazione TSD in collaborazione con Cooperativa Viso a Viso e finanziato dal Ministero della Cultura (nello specifico la Direzione Generale Creatività Contemporanea), ha invece permesso a giovani under 35 di imparare e sperimentare sul campo, in un contesto rurale e alpino, l’efficacia del CoDesign, creando nuove opportunità per le comunità montane delle Alpi.
Attraverso l’AniMakers Academy, una scuola online che ha fornito loro le competenze necessarie, i partecipanti sono stati coinvolti in un workshop di true Co-Creation a cura di Studio SHIFT e, insieme alla popolazione locale, hanno progettato e costruito strutture urbane temporanee e mobili finalizzate a trasformare spazi pubblici sottoutilizzati in luoghi significativi, promuovendo il senso di appartenenza, ma anche la comunicazione e lo scambio di idee, l’organizzazione di eventi e attività culturali, l’accesso a informazioni e servizi di pubblica utilità.
Queste best practice di Studio SHIFT rappresentano un esempio tangibile di come l’approccio inclusivo del CoDesign possa essere applicato con successo alla rigenerazione urbana, creando spazi pubblici abilitanti che rispondono alle esigenze e alle aspirazioni reali della comunità locale e preparando la strada alle città del futuro.